Ecco finalmente in arrivo il periodo caldo dell’anno! Con l’arrivo del bel tempo è possibile portare il nostro amico a quattro zampe a spasso più frequentemente e magari concedersi delle giornate al mare. Durante la stagione calda, però, è giusto ricordarsi che i nostri animali necessitano di qualche protezione in più. Oltre a pulci, zecche e filariosi in primavera-estate bisogna pensare anche a come proteggere i nostri cani dalla leishmaniosi.

In Italia vi sono “zone endemiche”, cioè zone in cui la malattia è radicata nel territorio, e “zone non endemiche” considerate non a rischio. Questo è dovuto al fatto che lungo i litorali e le aree costiere vivono i cosiddetti pappataci o flebotomi, insetti simili ad una piccola zanzara, responsabili della trasmissione della leishmaniosi.

Nell’ultimo decennio a causa delle mutate condizioni climatico-ambientali si è assistito a un aumento del numero di cani infettati dai pappataci e di conseguenza ad una diffusione della leishmaniosi anche nelle aree considerate in passato “non a rischio”.

La Leishmaniosi è una grave malattia che può colpire il cane (Leishmaniosi viscerale) e l’uomo (Leismaniosi cutanea, mucocutanea, viscerale). È la terza malattia trasmessa da vettori più importante al mondo, si presenta con un’ampia varietà di manifestazioni cliniche che differiscono notevolmente in termini di gravità e impatto sulla salute.

La malattia inizia il suo decorso nel momento in cui il flebotomo trasmette il microrganismo (protozoo) al cane attraverso la puntura. Quando un cane colpito dalla leishmaniosi viene punto da un pappatacio, questo preleva insieme al sangue il protozoo parassita, che si moltiplica nel suo intestino. Dopo una quindicina di giorni l’insetto, con la puntura, sarà in grado di trasmettere il parassita a un altro cane. Il pappatacio è quindi infettato e infettante per tutto il corso della sua vita, che dura svariate settimane. Quando il cane viene punto, diventa a sua volta portatore del parassita, ovvero “sieropositivo” per Leishmania.

I cani costituiscono il principale ospite e serbatoio per l’infezione dell’uomo ma non è possibile il contagio diretto dal cane all’uomo, da uomo a uomo e da cane a cane, perché per veicolare la malattia è sempre necessario il pappatacio.

Il periodo di incubazione della malattia è molto variabile e può durare anche vari anni, durante i quali il cane può ammalarsi in qualsiasi momento.

La leishmaniosi conclamata è una malattia cronica, che interessa tutto l’organismo, e che può svilupparsi e decorrere con sintomatologia grave o in forma quasi inapparente.

I principali sintomi clinici sono:

Lesioni cutanee con progressiva rarefazione del pelo (alopecia), intensa desquamazione secca, ulcere ed erosioni.

Inappetenza e perdita di peso

Linfoadenopatia, con aumento di volume dei linfonodi

Epistassi: fuoriuscita di sangue dalle narici determinata da ulcere e lesioni della mucosa nasale

Lesioni oculari

Zoppie

Anemia

Insufficienza renale

Diarrea

Onicogrifosi, ovvero crescita abnorme ed ispessimento delle unghie.

Il miglior rimedio contro la leishmaniosi è la protezione dalla puntura del flebotomo.

Utilizzando le adeguate precauzioni, è possibile limitare al massimo la possibilità che il cane possa contrarre la malattia.

Al fine di una corretta prevenzione della malattia quando il cane si trova nelle aree endemiche è utile adottare, per quanto possibile, la maggior parte delle misure preventive consigliate, quali: Trattare il cane con un prodotto ad azione repellente nei confronti dei flebotomi che sia autorizzato per la riduzione del rischio di trasmissione della Leishmaniosi (in commercio ci sono antiparassitari che proteggono contemporaneamente contro pulci e zecche che si possono associare a repellenti naturali a base di olio di Neem).

E’ utile anche ridurre l’esposizione notturna del cane al parassita, applicare alle finestre zanzariere dalle maglie fitte (0,4 – 2 mm), ed impiegare insetticidi ambientali per uso domestico

A conclusione del programma di prevenzione sottoporre il cane a esami sierologici periodici in relazione con la durata dell’esposizione del soggetto al pappatacio.

Recentemente è stato introdotto sul mercato un vaccino per la prevenzione della leishmaniosi canina che può essere molto utile per cani che soggiornano per lunghi periodi in aree endemiche, ma che non assicura una protezione del 100% e rende necessario, quindi, associare sempre antiparassitari che abbiano attività repellente.