A Roma, in una periferia fortemente antropizzata, un cane è stato liberato da due uomini che stavano danneggiando un locale pubblico, perché aggredisse due agenti di polizia intervenuti per fermarli. Il cane invece ha aggredito una passante e l’ha morsa ad una gamba. Bloccato e legato dagli agenti ad una inferriata è morto soffocato.
A Messina, un cane di casa, ha aggredito una anziana che ben conosceva e l’ha morsa alla testa provocandone la morte.

“Certo il fatto di Roma per le modalità indica il limite a cui è giunta la delinquenza e merita delle valutazioni specifiche – ha dichiarato Carla Bernasconi Vicepresidente della Fnovi – il cane è in un certo senso vittima dei suoi proprietari che lo hanno usato come un’arma, con un addestramento che ne ha esaltato l’aggressività, attività vietata anche dalla vigente normativa Nel caso specifico sono anche preoccupanti le modalità con cui è stato gestito l’animale che lasciano intravvedere una mancata preparazione da parte delle forze dell’ordine chiamate a gestire al situazione”.
Il caso di Messina pone invece l’attenzione sull’ennesimo episodio in cui il cane di casa compie atti apparentemente senza spiegazione. In realtà sono quasi sempre errori di gestione e di comunicazione che portano al verificarsi di situazioni di questo tipo.
Formazione ed informazione del proprietario sono la sola strada possibile per prevenire situazioni di varia gravità ed entità.
“L’Ordinanza del Ministero della Salute, da poco reiterata dopo più di otto mesi di vuoto normativo prevede che in alcune situazioni, a seguito di morsicature, di aggressioni o di altre valutazioni su rischi potenziali per l’incolumità pubblica, i proprietari dei cani debbano partecipare a corsi formativi. Ma riteniamo, che alle parole sia tempo di far seguire fatti concreti – ha dichiarato Gaetano Penocchio, Presidente della Fnovi – come i controlli sul territorio che accertino il possesso, l’iscrizione all’anagrafe e la corretta gestione dei cani ma, soprattutto, riteniamo necessario che il percorso volontario di formazione per i proprietari di cani, il cosiddetto “patentino”, trovi la maggior diffusione possibile.
I medici veterinari sono pronti, e le amministrazioni sono al corrente, per realizzare ovunque corsi di formazione per proprietari ed intervenire sui cani con problemi di comportamento. Obbligatori o e volontari, questi corsi sono necessari. Un cane non può essere addestrato ad essere un’arma per proteggere i malavitosi Oppure un antifurto e poi lavarsi le mani e la coscienza dai guai che ne derivano scaricando tutto sull’aggressività dell’animale. I cittadini ed i medici veterinari sono in attesa di risposte. Ognuno faccia la propria parte”.

Autore: Ufficio stampa Fnovi